What‘s the future of banking?
“È evidente che le tecnologie digitali hanno ridefinito ruoli e confini dell’industria finanziaria. Oggi, per gestire la complessità e la velocità di trasformazione serve un profondo cambio culturale, un luogo di contaminazione neutro e aperto che dia a banche e istituzioni finanziare la possibilità di trovare nuovi stimoli e strumenti su cui costruire innovativi modelli di competizione.” Così Paolo Zaccardi, CEO di Fabrick, racconta il nuovo progetto open banking su cui abbiamo lavorato.
Una sfida ambiziosa, coraggiosa e innovativa che ci ha coinvolto nella messa a fuoco della proposta di valore del nuovo ecosistema, utile alla definizione della piattaforma strategica di marca e dei valori chiave, da cui hanno preso vita naming e identità del brand.
Questo il processo del progetto Fabrick:
The fruitful encounter
Apertura, crescita ed accessibilità sono i principi guida, i valori chiave differenzianti che abilitano il nuovo ecosistema a rispondere in modo efficace alle sfide del contesto in continuo cambiamento, emersi a partire da un’analisi profonda non solo dell’identità e della visione dell’azienda ma anche dei bisogni di tutti gli attori coinvolti nell’ecosistema e del mercato.
“Gestire la trasformazione all’insegna dell’apertura, in un momento di enorme complessità del mercato, in cui è necessario avere una guida, una direzione, delle risposte”: questa la posizione chiara emersa dalle conversazioni con i principali stakeholder interni, che ci ha permesso di comprendere a fondo l’anima e la visione dell’azienda di cui abbiamo progettato il linguaggio di marca.
“È fondamentale interagire con altri attori attraverso un ecosistema che abilita la collaborazione, non solo l’integrazione funzionale: abbiamo bisogno di qualcosa di più che di una piattaforma digitale per crescere”. La contaminazione che genera valore è un aspetto cruciale non solo per le fintech, ma è un fattore decisivo anche per gli attori bancari che prenderanno parte all’ecosistema: “Partecipare ad un ecosistema permette di avere un campo fertile comune, in cui le piante che vi crescono dentro rispondono ai bisogni di tutti i nostri clienti. Ciò che fa la differenza sarà la capacità di unire soggetti diversi, abilitare la contaminazione al fine di generare del nuovo valore”.
Valore, per chi? Tra gli altri, i clienti corporate che potranno accedere in modo semplificato ai prodotti ed ai servizi finanziari: “la banca del futuro mi semplifica l’accesso e mi consente di ridurre gli sprechi di tempo e di soldi in mansioni a basso valore aggiunto”.
“Nonostante sul mercato non esistano ancora dei competitor diretti, la ricerca desk è stata molto utile per rintracciare linguaggi contigui da cui allontanarsi o differenziarsi, come ad esempio i marketplace di API, gli incubatori e acceleratori, per non rischiare di posizionarsi in modo scorretto sul mercato” spiega Irene Serafica, Head of Strategic Design di CBA.
Dall’apertura, l’incontro di attori diversi e la contaminazione in un ecosistema neutrale è così emersa la essence del nuovo brand: the fruitful encounter.
Fabrick, un nome che unisce la tradizione imprenditoriale e il futuro del sistema finanziario
“Il nome Fabrick nasce dall’esplorazione semantica dei valori chiave della marca e ci ha portato a progettare un nome che sapesse valorizzare prima di tutto l’incontro, la contaminazione e la creazione di valore.” Cristiano Mauri, Client Director di CBA, spiega così la scelta di combinare insieme il termine “fabric” – che in inglese significa tessuto – e “brick” – i mattoncini “Lego” di cui si compone il nuovo ecosistema. Il tessuto non solo rimanda all’intreccio tra gli attori all’interno dell’ecosistema ma rievoca il passato imprenditoriale della famiglia Sella. I “mattoni” rappresentano gli attori coinvolti, la finanza che diventa accessibile, modulare, combinabile a seconda delle esigenze. I due concetti si fondono nel nome “Fabrick”, che rievoca anche l’universo della fabbrica, del fare, del costruire valore insieme e dell’innovazione.
Una identità di marca aperta e flessibile
“È finita l’epoca dei servizi monolitici in cui la banca offre da sola tutti i prodotti tradizionali: il nuovo modo di fare banca si fonda sull’apertura alla collaborazione a terze parti, al fintech, agli operatori big tech e, perché no?, anche agli attori tradizionali concorrenti e alle assicurazioni, in modo da poter creare servizi a valore aggiunto per il consumatore finale, che deve essere rimesso al centro del mercato” cita Paolo Zaccardi.
Massimiliano Frangi, Associate Creative Director di CBA, così racconta la visual identity di Fabrick: “Lontano da un’identità di marca statica e tradizionale, abbiamo sintetizzato i benefici dell’ecosistema attraverso un sistema di icone che, come attratte magneticamente tra loro, si compattano e formano un nucleo circolare. Una forma definita ma senza confini, aperta e pronta ad accogliere altri elementi e a sprigionare tutto il suo potenziale. L’identità di Fabrick ha la sua forza nell’essere un linguaggio aperto, flessibile e riconoscibile”.
Non un’identità realizzata tramite un marchio “vessillo” che si impone sul resto, ma al contrario un sistema visivo aperto e flessibile che sa declinarsi su diversi touchpoint e adattarsi a diversi contenuti
Alla fine del 2018 Fabrick rappresenterà una realtà Fintech con circa 270 persone e, si stima, con più di 30 mln di fatturato, comprendendo un gruppo di aziende innovative con grande potenziale di crescita come: Hype, Axerve, Vipera, Kubique, Codd&Date, Innoblue, dpixel, Fintech District, Sella. Una società con una matrice e missione nuova, con manager imprenditori, aperta al capitale e a stringere partnership strategiche con i più innovativi operatori bancari e Fintech.