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Città o campagna?
Questa è la domanda che ci pone l’artista Alessandro Doro in arte Maria.
In tutte le sue opere Maria imprime momenti di vita vissuta della sua infanzia, in un paesino di 1.000 abitanti.
Disegna, digitalizza, poi prende tutto e rielabora in nuove immagini, racconta che quando progetta va in apnea, per poi riemergere e respirare nuovamente una volta ottenuto il risultato desiderato.
Il suo obiettivo è creare connessione. Gli piace pensare che le persone possano completare il suo pensiero. Non mostra mai qualcosa di finito, ma di astratto, indefinito per lasciare la possibilità a chi guarda di farsi la propria idea, il proprio viaggio.
Il titolo della sua esposizione, che abbiamo inaugurato il 13 Aprile in compagnia di amici, colleghi e appassionati di design, è “Orodoro, la verità locale secondo Maria”. Le opere spaziano da rappresentazioni di pomodori immersi nel verde della campagna, campi arati visti dall’alto, fino a immagini impresse nella sua giovane mente, come la caduta con i rollerblade e la successiva rottura delle ossa, o la caduta nelle ortiche e il dolore che ha provato.
Con queste opere Maria ci porta nella sua campagna dove risiedono i valori della terra, l’equilibrio della natura, nei suoi ricordi fatti di esperienze semplici e desuete da quelle della città.
Per questo abbiamo deciso di coinvolgerlo nell’iniziativa 12X6, un progetto nato per dare spazio, metaforicamente ma anche letteralmente, a giovani professionisti legati al mondo delle arti visive. Ogni sei mesi, un percorso articolato in dodici opere viene ospitato nei nostri uffici, che diventano una galleria permanente di talenti creativi.
Nel ringraziare tutte e tutti coloro che hanno partecipato alla serata di inaugurazione, ricordiamo che per i prossimi sei mesi Orodoro è “visitabile” nella sede di CBA, in via San Francesco d’Assisi 15, Milano. Un grazie va anche a Raffaele Sabella e Claudia Alexandrino (aka shutupclaudia), protagonisti della prima e seconda edizione del 12X6.
Maria è un designer e illustratore nato a Lobia e che vive e lavora a Bassano del Grappa.
Per approfondire il suo lavoro in costante evoluzione puoi visitare il profilo Instagram @terriblesmile.
Di solito preferiamo mostrare il nostro lavoro facendo «parlare» direttamente i progetti che realizziamo: le loro caratteristiche, il metodo adottato, i risultati ottenuti. Questa volta facciamo un’eccezione, dando spazio a un importante riconoscimento, anzi quattro.
CBA, infatti, è stata premiata ai Pentawards, piattaforma internazionale che punta a valorizzare l’eccellenza nel design, in particolare nel packaging.
Meracinque, l’identità tutta al femminile con cui abbiamo raccontato un meraviglioso riso italiano prodotto da cinque sorelle, ha ottenuto un Silver nella categoria Sustainable Design: Food e un Bronze in Breads, Grains and Pasta.
Pongo ha ottenuto un Platinum nella categoria Professional conceptual work. Si tratta di un concept per un prodotto aromaterapico che rinfresca e coccola gli animali domestici a quattro zampe, neutralizzandone contemporaneamente gli odori.
Life, il nuovo posizionamento di una marca che ha innovato lo scaffale della frutta secca, ha ottenuto una certificazione per la categoria frutta e vegetali.
La nostra delegazione italiana, con Cristiano Mauri (Chief Operating Officer di CBA Italia) e Giuseppe Mascia (Creative Director), ha ritirato i premi durante la cerimonia di Gala tenutasi alla Royal Opera House di Londra, insieme alla delegazione CBA USA.
Un’occasione per conoscere alcuni tra i migliori lavori di design nel panorama mondiale e confrontarsi con colleghi con diversi background, idee e visioni.
Chi non ha paure scagli la prima pietra.
Ansie, frustrazioni, manie, ci accompagnano costantemente nella nostra vita, latenti o esplicite, influenzando il modo con cui ci relazioniamo con gli altri e con noi stessi. In una società che, per sua stessa natura, è psicologicamente usurante, il punto non è “non avere paura”, ma capire come riuscire ad andare oltre, a esorcizzarla. Raffaele Sabella lo fa con l’illustrazione.
Raffaele è un designer della comunicazione, ma anche un padre e un marito, la cui creatività è il risultato di anni di applicazione. Il suo è un metodo di lavoro basato sulla sperimentazione, sull’analisi e sul confronto che lo ha portato a dedicarsi all’illustrazione vettoriale, con la quale rende semplici le forme complesse, e geometriche le forme organiche. Una persona in grado di esprimere le paure quotidiane di tutti noi, sublimandole attraverso l’arte.
Per questo abbiamo deciso di coinvolgerlo nell’iniziativa 12X6, un progetto nato per dare spazio, metaforicamente ma anche letteralmente, a giovani professionisti legati al mondo delle arti visive. Ogni sei mesi, un percorso articolato in dodici opere viene ospitato nei nostri uffici, che diventano una galleria permanente di talenti creativi.
Il titolo della sua esposizione, che abbiamo inaugurato il 14 Luglio in compagnia di amici, colleghi e appassionati di design, non poteva essere che Beyond Fears. Le opere spaziano dal tema del denaro, e in particolare della paura di non arrivare a fine mese (Slaves), a quello del tempo, e in particolare alla paura di non lasciare spazio alle cose davvero importanti (No Space). Nel mezzo ci sono la paura della pagina bianca, quella dei commenti altrui, quella di ingrassare. Insomma, un vortice di emozioni, tendenzialmente negative, che però Raffaele affronta frontalmente, rendendole oggetto del suo lavoro.
Perché, come afferma lui stesso, “l’illustrazione riesce a rendere gioiosa una cosa brutta, grazie a una visione ironica. Tramite la geometria semplifica la realtà, la rende facile, crea un mondo in cui si sente a proprio agio.”
Nel ringraziare tutte e tutti coloro che hanno partecipato alla serata di inaugurazione, ricordiamo che per i prossimi sei mesi Beyond Fears è “visitabile” nella sede di CBA, in via San Francesco d’Assisi 15, Milano. Un grazie va anche a Claudia Alexandrino (aka shutupclaudia), protagonista della precedente esposizione di 12×6, intitolata Just Women.
Per approfondire il lavoro di Raffaele Sabella puoi visitare il suo sito.
CBA nasceva nel 1982: quando – sembra retorico dirlo – il mondo era molto diverso da come lo conosciamo oggi. Eppure, in tutti questi anni, lo spirito e l’identità dell’agenzia hanno mantenuto il loro valore.
Anzi, si può dire che l’hanno accresciuto. Il branding è, infatti, sempre più centrale non solo nella vita delle organizzazioni, ma anche in quello delle persone e della società in generale.
Forse è per questo che a noi la mission di CBA sembra più attuale che mai: creare esperienza e identità di marca che, mettendo al centro l’utente, abbiano un impatto positivo sul business delle aziende.
Per consolidare questa patrimonio, e scriverne il prossimo capitolo della storia dell’agenzia – alla luce delle sfide e delle opportunità che i nuovi assetti culturali, economici e politici ci pongono di fronte – abbiamo recentemente partecipato all’International Meeting, l’incontro che chiama regolarmente a raccolta i rappresentanti di tutte le sedi di CBA nel mondo.
Quest’anno ci siamo incontrati a Parigi, dove abbiamo lavorato insieme ai colleghi delle altre città – di Barcellona e di Sao Paulo, di Bruxelles e di Istanbul, di New York e di Singapore, di Città del Messico e di Londra – per disegnare in maniera collaborativa il presente e il futuro di noi stessi. Dalla cultura organizzativa ai modelli di new business, dalla valorizzazione dei talenti alla condivisione di prodotti e servizi, sono stati numerosi i temi trattati, ciascuno affrontato da un tavolo di lavoro multiculturale e multidisciplinare.
I risultati? Beh, li vedrete nei prossimi mesi.
Ça va sans dire, è stata anche l’occasione per festeggiare questo importante anniversario, dopo due anni di distanza fisica forzata.
Lo scorso 10 Aprile, in occasione della tappa della Formula E nel circuito del Roma E-Prix, vi abbiamo raccontato in live la nascita di Enel X Way, la nuova realtà globale di Enel focalizzata sulla mobilità elettrica.
Abbiamo creato il nome, il marchio e l’identità visiva con l’ambizione di rendere la marca un’icona di positività, capace di guidare la completa transizione verso la e-mobility.
La X di Enel X evolve a icona centrale all’interno del marchio, diventa la stella che orienta il cambiamento, portatrice dei valori della marca.
Abbiamo tradotto quelli che sono gli obiettivi della nuova business line globale di Enel attraverso 4 pillars di comunicazione che vanno nell’ottica di rassicurare partner commerciali e aziende, e motivare i nuovi consumatori.
Inoltre abbiamo sviluppato una serie di contenuti, sia fisici che digitali, propedeutici al racconto di questa nuova realtà dalla fase di social teasing fino a primi materiali di stationery e comunicazione outdoor.
L’avventura a fianco di Enel ed Enel X Way è appena iniziata: il nostro lavoro continua su tutto lo sviluppo dell’identità di questa ambiziosa realtà che si propone di convertire il mondo alla mobilità elettrica.
De Cecco è un’azienda simbolo del Made in Italy. A differenza di tante altre realtà italiane, frutto di acquisizioni e rivendite, l’azienda è sempre stata guidata della famiglia De Cecco. Questo ha permesso, nel corso di oltre 130 anni di storia, di rimanere fedeli ai propri valori e di garantire prodotti di alta qualità. La stessa coerenza ha accompagnato da sempre anche l’espressione visiva, facendo diventare il packaging della pasta De Cecco una vera e propria icona dell’italianità nel mondo.
Come riuscire a far evolvere un marchio così storico e renderlo rilevante per il futuro?
Per farlo siamo partiti dall’analisi degli asset visivi del brand, distillandone gli ingredienti principali ed eliminando il superfluo. Un processo volto a rendere più incisiva e contemporanea la marca, senza snaturarla.
La spigolatrice, icona legata all’abbondanza e alla prosperità, è stata semplificata e ingrandita, creando un nuovo lockup con il logotipo, che garantisce una maggiore visibilità in tutte le sue applicazioni. Il blu di fondo perde la sfumatura, restituendo un tono più brillante e pulito. Il processo di restyling si è esteso quindi al packaging system, che ha ottimizzato le informazioni sul fronte, rendendole più chiare e fruibili per il consumatore.
A partire dal logo e dal packaging abbiamo poi sviluppato le brand guidelines, definendo le regole di applicazione su tutti i touchpoint, sia fisici che digitali. Un lavoro attento e scrupoloso, che ci ha permesso, ancora una volta, di accompagnare la marca nel suo processo di crescita.
Fondata nel 1886 a Fara San Martino, il Gruppo De Cecco è una storica azienda italiana che sin dalle sue origini produce pasta di alta qualità. Oggi oltre alla pasta, il prodotto icona che ha reso il brand noto a livello mondiale, trovano posto nel portfolio anche altri prodotti di qualità, tra cui oli, derivati del pomodoro, sughi pronti e derivati del pane.
Lo sviluppo delle competenze, dei singoli e del team, è una necessità sempre più importante per qualsiasi azienda, soprattutto nei settori particolarmente competitivi – com’è quello in cui operiamo noi di CBA. L’abbiamo imparato tutti: la valorizzazione dei talenti è ormai una questione di vita o di fuoriuscita dal radar dei clienti.
La natura multiforme del termine competenze, però, pone immediatamente degli interrogativi sulla loro identificazione e, di conseguenza, sul loro sviluppo.
Sommersi dalle incombenze quotidiane, dai progetti che vanno realizzati contemporaneamente e in fretta, è forte il rischio di concentrarsi totalmente sull’operatività perdendo di vista la crescita delle persone.
Creare e mantenere nel tempo una comunità di professionisti creativi, capaci di aiutare in maniera efficace e originale i brand a esprimere al meglio se stessi, sviluppando metodi e strumenti difficilmente replicabili.
Cosa fa, se non questo, un’agenzia come CBA?
Ecco dunque una possibile risposta al dilemma delle competenze. Sia quelle tecniche sia quelle trasversali dovrebbero essere uno specchio dell’identità organizzativa, delle caratteristiche del suo lavoro e – perché no – della sua mission.
Con questa consapevolezza, nel 2021 abbiamo lanciato un programma finalizzato a colmare i gap che ciascuno ha inevitabilmente sul fronte delle soft skill.
Il nostro programma – chiamato semplicemente Skill Up – su base volontaria, si fonda su tre principi, gli stessi che ispirano il rapporto dell’agenzia con il mercato:
I colleghi delle diverse aree si forniscono consigli e suggerimenti per permettere agli altri di sviluppare le competenze che tutti i membri di CBA dovrebbero avere.
Parallelamente al progetto, gli #SkillUpDay – organizzati con cadenza stagionale – servono, oltre che a divertirsi insieme, a fare un punto sullo stato dell’arte del programma, evidenziando le soft skill utili da rafforzare a livello di team.
Durante il primo weekend di primavera, ospiti nella splendida location di Mutty, abbiamo partecipato al primo appuntamento del 2022: un workshop di rilegatura a mano a cura di Libri Finti Clandestini, un progetto che nasce dal riciclo e dalla decrescita, realizzando veri e propri libri d’artista con l’utilizzo esclusivo di carta trovata in giro, normalmente considerata di scarto. Fra le incantevoli colline moreniche della provincia mantovana, a pochi chilometri dalla sponda sud del Garda, con a disposizione ago, filo, forbici e graffette, abbiamo impaginato i nostri taccuini di Skill Up, cucendo letteralmente insieme i fogli di un racconto che parlava dei valori che in CBA ci tengono ogni giorno unite e uniti. Ognuno di noi, facendosi aiutare nei momenti di difficoltà, o aiutando chi a sua volta li ha vissuti, ha così avuto modo di crearsi una guida personale allo sviluppo delle competenze, proprie e altrui.
Dopodiché, la cucina naturale dello chef Edoardo e i vini locali gentilmente versati e raccontati da Matteo di Tannarte hanno fatto il resto, stimolando anche le nostre competenze eno-gastronomiche.
Le donne non fanno turni di notte.
Le donne non guidano mezzi di trasporto.
Settori come la logistica e gli autotrasporti non sono adatti alle donne.
Quante volte avete sentito frasi del genere? Quante volte l’occupazione femminile è stata vittima di luoghi comuni, pregiudizi o vere e proprie discriminazioni?
Un tema centrale nel mondo del lavoro, che Gi Group ha scelto di affrontare in modo diretto e concreto. La prima multinazionale italiana del lavoro ha infatti lanciato un progetto per sensibilizzare tutti – aziende, istituzioni e lavoratori – e favorire concretamente l’Employability delle donne.
Women4, online da inizio 2022, vuole infatti sfatare i falsi miti che popolano il mondo lavorativo femminile, e offrire alle donne posizioni di lavoro in settori tradizionalmente a prevalenza maschile.
Un progetto che rientra nell’impegno quotidiano di Gi Group a favore del lavoro sostenibile, e in cui CBA ha affiancato l’azienda per lo sviluppo della brand identity, per l’identificazione concept di comunicazione e per design e sviluppo del sito web.
Una risposta concreta alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione, all’interno del quale il Gruppo sta evolvendo la propria proposta, anche in linea con le novità tecnologiche e con le esigenze delle generazioni più giovani.
Sono numerose le iniziative di Gi Group che hanno visto la collaborazione di CBA, con un contributo sia strategico sia operativo in termini di branding, comunicazione e design. Dal coinvolgimento dei gamer della Generazione Z con Good Game fino a Destination Work, progetto di Corporate Social Responsibility che unisce meeting digitali e incontri in filiale.
Women4, che vedrà nei prossimi mesi la partnership di numerose aziende di diversi settori, è destinato a diventare sempre più centrale nella strategia di posizionamento di un brand che ha nella competenza, nella semplicità e nell’umanità i suoi valori fondamentali, e che vuole garantire a tutte e tutti le migliori opportunità professionali.
Per gli auguri di Natale di quest’anno cambiano le dimensioni e al posto delle cartoline inauguriamo il formato del poster-manifesto. Abbiamo realizzato, insieme a 5X Letterpress una tiratura limitata in letterpress, utilizzando materiali e tecniche “non convenzionali”.
…
Metodi non convenzionali: 5X Letterpress e Libri Finti Clandestini hanno stampato anche con il pluriball.
Il tema che abbiamo deciso di descrivere è frutto non solo di questo percorso interno, ma vuole anche raccontare il contesto storico che stiamo attraversando, dove i contrasti e le contrapposizioni si manifestano in ogni ambito, in ogni settore, in ogni momento del vivere insieme. Fisico vs digitale. Identità vs trasformazione, per finire con l’attualissimo “apriamo o chiudiamo?”.
Noi però abbiamo capito che stiamo comodi nelle nostre contraddizioni: siamo parte di un grande gruppo multinazionale potendo anche definirci una piccola design-boutique, diamo il meglio sia con grandi brand internazionali che con la piccola media impresa italiana, siamo riconosciuti per il metodo analitico, rigoroso e l’approccio consulenziale, ma allo stesso tempo per la forza dell’intuizione e la freschezza delle idee. Sono proprio i contrasti che ci contraddistinguono.
Sempre parlando di contrasti e punti di vista: per una volta abbiamo voluto fare in qualche modo “i clienti”. Dopo aver scelto il manifesto come nuovo formato, abbiamo identificato un brief lanciando un contest interno all’agenzia dove tutti hanno potuto proporre la propria idea su come interpretare questo tema.
Abbiamo scelto un partner d’eccezione come 5X Letterpress, che auto-definendosi “unconventional letterpress” associa all’utilizzo di torchi, caratteri mobili e cliché, elementi più insoliti, sperimentali e di risulta: reti metalliche, pluriball, vecchi pavimenti di gomma, etc.
Il nostro augurio di Natale è quindi il manifesto “I A – Intuizione Analitica”, una sintesi estrema nella felice contraddizione di due termini che ci rappresentano, stampato a mano con una tipografia non convenzionale, in tiratura limitata e in 16 soggetti che insieme formano una composizione astratta più ampia.
Buone festività e W i contrasti!
Seguendo quell’approccio user-centric che da sempre ci contraddistingue, abbiamo ripreso alcuni argomenti trattati nella nostra ricerca Food-Z. L’articolo inquadra 5 trend della ristorazione associati ad altrettanti momenti di consumo, mettendo a fuoco un mondo in continua evoluzione in cui l’identità di marca gioca un ruolo sempre più cruciale.
1. SCELTA DEL RISTORANTE
Accessible cool: mangiare cool, rimanendo accessibili.
Tre sono i driver fondamentali che guidano i consumatori nella scelta di un ristorante nel 2021: la qualità percepita, l’immagine del ristorante, e l’affinità con l’identità del consumatore.
L’unione dei primi due driver ci porta all’individuazione del nostro primo trend, l’Accessible Cool. Si tratta questo di un tipo di format accessibile ai più, ma vissuto dagli utenti come tendente al lusso grazie ad un importante lavoro sull’immagine e sulla qualità percepita. L’accessibile cool è l’anello di congiunzione tra il ristorante classico e il fast food, caratterizzato da un servizio informale e un’offerta gastronomica veloce.
Hekfanchai, bing-shi milanese, accende i riflettori sull’originale street food di Hong Kong a Milano, in accompagnamento ai nuovi piatti dello chef hongkonghese Kin Cheung, uno dei nomi più apprezzati della cucina di Hong Kong a livello internazionale, propone una novità: una cocktail list fusion tra Occidente e Oriente,studiata dal bartender Francesco Menozzi. Il tutto a prezzi veramente contenuti.
https://www.hekfanchai.it/
2. ARRIVO
Pick Up Point: una nuova strategia per catturare il cliente “on the go”
Negli ultimi mesi, complice la pandemia e la conseguente necessità di valorizzare la consumazione all’aperto, i locali hanno letteralmente popolato strade, piazze e marciapiedi delle città italiane come mai successo prima.
In questo contesto di passaggio dell’esperienza di ristorazione da spazi interni a esterni, un trend che riteniamo diventerà sempre più rilevante è quello del “Pick Up Point”: si tratta dell’utilizzo strategico degli spazi esterni per intercettare la clientela di passaggio tramite l’utilizzo di station oppure letteralmente “aprendo” le vetrine dei ristoranti.
E quindi via libera alle coffee e drinking station, letteralmente dei punti satellite esterni al locale che offrono un’esperienza di tipo take away, così da evitare lunghe code che il consumatore di oggi, poco paziente e con un occhio di riguardo al distanziamento sociale, può trovare stressanti. Aprire le vetrine del proprio locale, permettendo ai consumatori di esplorare l’offerta gastronomica in modo diretto e interattivo, significa assumere un atteggiamento più inclusivo nei confronti della propria clientela.
La Terrazza Aperol recentemente inaugurata a Venezia sembra aver cavalcato immediatamente il trend: fuori dal locale è infatti possibile trovare una drinking station pronta a servire drink d’asporto e da passeggio, utile a intercettare i consumatori “on the go”.
https://www.aperol.com/it/terrazza-aperol
3. SCELTA DEL CIBO
All in one: piatti veloci, di qualità e sani
Lungo il nostro percorso nei trend della ristorazione ci troviamo ora finalmente all’interno del locale, ed in particolar modo nel momento della scelta del cibo.
Come avevamo visto anche in FOODZ sempre di più le persone sono attente a ciò che mangiano, ed esagerare con il cibo è visto come un’eccezione. Per questo motivo sta prendendo sempre più piede la formula “All in One”: piatti unici accompagnati al massimo da uno starter e da un contorno, il cui contenuto calorico sia bilanciato e chiaro, spesso caratterizzati dall’impronta internazionale. Così che ognuno possa godere di un pasto veloce, di qualità e sano.
Poke House, per esempio, dopo essersi spinto oltre i confini nazionali – 30 store tra Italia, Portogallo e Spagna – decide di fare ritorno nel nostro Paese con la sua decima apertura a Milano, nel quartiere di Porta Venezia. Poke bowl personalizzabili a basso contenuto calorico, rapide da realizzare e con ingredienti di prima qualità.
https://poke-house.com/it-it/
4. ESPERIENZA
Eatertainment: i ristoranti come luogo di intrattenimento, per un’esperienza che si estende oltre al cibo
Le persone oggi non escono solamente per mangiare. Dalla nostra ricerca effettivamente emergeva con forza la valenza sociale del cibo, ancor di più della valenza gastronomica, per rispondere a quella pressione sociale del “dover uscire e fare qualcosa la sera”. Il cibo è un buon riempitivo: per questo in un locale, la marca con la sua storia ed i suoi valori può diventare oggetto di conversazione, e questo è centrale se pensiamo ai ristoranti in quanto a brand.
Proprio per questo motivo, i ristoranti che cavalcheranno il trend dell’ “Eatertainment”, offrendo appunto servizi di intrattenimento, avranno l’attenzione e la curiosità dei consumatori. Diventa quindi fondamentale per i ristoratori individuare il proprio target di riferimento, in modo tale da progettare esperienze che siano coerenti con i suoi bisogni e desideri. Ne abbiamo parlato in maniera più approfondita nella nostra ricerca FoodZ, che vi riproponiamo qui.
A tal proposito sembra promettente il format “The 3rd Spot”, la cui apertura è prevista nei prossimi mesi: “Stiamo cercando di imbottigliare l’energia positiva data dalle cene e dalle esperienze all’aria aperta, che hanno contribuito alla maggior parte dei ricordi positivi quest’anno. L’idea è molto semplice: dopo una vita intera passata al lavoro e due anni passati a casa, tutti abbiamo bisogno di un terzo luogo dove sentirci bene e staccare la spina.” – afferma Josh Rossmeisl, fondatore di The 3rd Spot.
https://the3rdspot.com/
5. DIGITAL LOYALTY
Programmi e servizi digitali utili a fidelizzare il cliente
Eccoci al capitolo conclusivo della nostra esperienza di ristorazione. Parleremo di “Digital Loyalty”, un concetto cardine della ristorazione (quello della fedeltà), rivisitato in chiave moderna grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi servizi presenti nel panorama gastronomico. In futuro i ristoranti potranno introdurre programmi fedeltà per premiare i clienti che continuano a sceglierli: questi, infatti, avranno l’opportunità di diventare “clienti abituali virtuali” e di conseguenza potranno accedere a una serie di vantaggi e premi messi a disposizione dagli stessi ristoranti.
Una tendenza che si sposa con l’obiettivo dei piccoli e medi ristoratori di rafforzare il loro legame a distanza con i clienti. I ristoranti saranno in grado di creare i loro personali programmi fedeltà (in linea con il loro brand e le aspettative del loro target) e impostarne le principali caratteristiche. Carta fisica, applicazione proprietaria, piattaforma di delivery… le modalità sono innumerevoli, e possono essere valorizzate grazie alla creatività dei ristoratori.
Uber Eats fidelizza con il nuovo servizio Restaurant Loyalty: in futuro tutti gli utenti e ristoranti con l’app Uber Eats potranno introdurre programmi fedeltà per premiare tutti i clienti che continuano a sceglierli.
https://restaurants.ubereats.com/gb/en/loyalty-program/
Giulio Vescovi, Strategic Designer at CBA
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